Molti sono i tesori naturali che questa nostra penisola italica ci riserva, ma il Tartufo è certamente tra i più preziosi.
Fungo che vive sotto terra (ipogeo), senza apparenti radici. "Misterioso" dono della natura che scatena leggende sulle sue origini e qualità divine.
Conosciuto già tremila anni prima di Cristo dai Babilonesi, arrivò nelle cucine dei Greci e dei Romani.
Piogge autunnali, tuoni e fulmini, il connubio perfetto per l'origine dei tartufi, ma anche di fantasie poetiche di vari autori.
Fu Giovenale a ricondurre la nascita del tartufo ad un fulmine scagliato da Giove vicino ad una quercia. A causa di Giove, famoso per la sua generosità sessuale, vennero attribuite al tartufo le sue proprietà afrodisiache.
Il Rinascimento fu l'epoca del trionfo del tartufo, che governa quasi esclusivamente le mense aristocratiche con le ricette degli autori più prestigiosi.
Fu usato per impreziosire i più diversi cibi. La sua presenza sulla tavola era indice di nobiltà tanto che non poteva mancare nei pranzi importanti.
Il 1831 fu l'anno in cui il dott. Carlo Vittadini pubblicò la monografia Tuberacearum, dove getta le basi dello studio moderno del tartufo. In quest'opera descrive la maggior parte delle specie di tartufo, tanto che molte portano il suo nome.
Raro prestigio dunque quello del Tartufo, la sua storia, la sua fama.
Tanto arcano che anche il grande gourmet tra gli artisti del pentagramma lo definì il "Mozart dei Funghi".
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